Giotto
Santo Stefano, 1330-1335 ca., tempera su tavola

L’opera è la più nota e prestigiosa della raccolta. Acquistata a un’asta londinese agli inizi del Novecento, venne riconosciuta come opera di Giotto dallo stesso Horne e questa attribuzione è concordemente accettata dalla critica moderna.
La tavola rappresenta santo Stefano a mezza figura, abbigliato con una preziosa dalmatica (la tunica per la liturgia) e caratterizzato dal simbolo del martirio subìto, ossia le pietre che porta sulla testa. In origine faceva parte di un polittico da altare. Potrebbe essere uno degli scomparti laterali di sinistra di uno dei polittici eseguiti dal maestro per la basilica fiorentina di Santa Croce. E proprio ai personaggi della cappella Bardi nella stessa chiesa si avvicina il Santo Stefano, per la somiglianza dei tratti del volto, con la bocco stretta, il naso regolare, e gli occhi allungati, e per la solida costruzione plastica e spaziale della figura sotto la veste.